Il cambiamento nasce dall’ascolto: racconti di vita di Alberto Cairo

Ho ascoltato questi 30 minuti di racconto di vita di Alberto Cairo, narrato durante il Festival del Fundraising 2016, passando dalla pelle d’oca alla commozione. Non solo perché si tratta del racconto di un territorio in guerra, ma soprattutto per l’assenza di retorica e l’infinita umanità, propri di chi si trova ad affrontare una prova come quella di portare aiuto in luoghi martoriati dai conflitti bellici.

Ma c’è molto di più. Questa è una vera storia sul cambiamento, di come lo rifiutiamo spesso per paura o per troppa convinzione di sapere, sull’importanza di comprendere come spesso diamo per scontate molte cose e per questo ci accontentiamo, su come la dignità motivi ogni persona ad azioni che sembrano impossibili o ai nostri occhi inutili.

Alberto Cairo definisce i 26 anni trascorsi in Afghanistan come “anni di cambiamento“. Come racconta Cairo, sono cambiate molte cose in quegli anni: il modo di lavorare degli operatori e dei volontari, Kabul, che da villaggio è diventata una città vera e propria, ma soprattutto è cambiato lui, lui che per sua stessa ammissione, odia i cambiamenti, perché sono un salto nel buio, un rischio. E lui preferisce non rischiare, dando per scontato che “così come facevano”, andasse bene.

Non si domandava agli assistiti cosa volessero, perché pensavano di conoscere già la risposta, di sapere quale fossero le priorità per loro e per il paese: erano diventati dei “colonialisti umanitari”.

Ma per fortuna, poi, è arrivato il risveglio e con esso il cambiamento.

E questo vale per ciascuno di noi, nella vita di tutti i giorni, nel nostro lavoro, nel nostro tempo libero. Sempre. Ascoltare e non dare per scontato di sapere. Non accontentarsi mai.

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